31 gennaio 2017, era un martedì.
Me lo ricordo bene perché al martedì mattina non lavoravo e Aris era rimasto a casa per fare alcune cose insieme. Vado in cucina e trovo il latte fuori dal frigo.. “ma porco cane, quante volte ti devo dire di ricordarti di rimetterlo dentro!?! (…)”
“Ma ti calmi?? Sono le tue cose che ti fanno essere così sclerotica??” Testuali parole.
Lì per lì me ne vado sbuffando ed entro in vasca. Mentre il getto dell’acqua calda, così forte, mi punge le spalle, rifletto alle sue parole… Impossibile da stabilire, vista l’irregolarità che mi preseguita da sempre…
Nel frattempo lui è andato a fare la spesa; “buona idea” penso io. Quasi per gioco decido allora di andare a prendere uno stick di gravidanza, quelli che costano meno di uno sputo su Amazon, e in pochi istanti il cuore comincia a battermi forte. Ripenso all’incontro avuto con la ginecologa, quando mi spiegava che ci saremmo riviste dopo un anno/un anno e mezzo di tentativi per cercare di dare un aiutino alle mie ovaie che ovulavano a ogni morte di Papa..
Connessa h24 con le ragazze conosciute in un forum, dico loro quello che sto per fare… eseguo e dopo poco vedo una seconda linea molto lieve.
Sgrano gli occhi e poi li socchiudo, c’era, la vedevo. Comincio a tremare e mi viene da vomitare.. “oh cavolo!”. Invio subito foto e video di quel mini bastoncino blu a loro, che prontamente cercano di calmarmi dicendomi che non si vede nulla e di stare tranquilla. Ma io la vedevo.
Bevo un bicchiere d’acqua e cerco di autoconvincermi che non è nulla; “un test positivo non può mica essere così”, mi ripeto.
Aris torna e io muta. “Ti è passata?”. Non rispondo. Pranziamo ed entrambi andiamo al lavoro.
A scuola sono completamente assente. Ricordo che un bambino mi disse “oggi i tuoi occhi sono verdi, sono più belli così” e in quel preciso istante, non chiedetemi il perché, ho deciso che avrei comprato un test più serio rientrando a casa.
Quel giorno non ho aspettato nessuno e sono tornata a casa da sola. Mi fermo in farmacia e vado alla ricerca dei Clearblue digitali, non volevo avere più nessun dubbio, e decido che lo avrei fatto la mattina al risveglio.
Prima delle 22h sono a letto, cosa normalissima per me quando lavoro, se non fosse che alle 4h mi sveglio e non riesco più ad addormentarmi… Sgattaiolo fuori dal letto e mi chiudo in bagno. Lo faccio. In cinque secondi esce un + e poi la clessidra continua a girare… “magari ci ripensa”, dico tra me e me sdrammatizzando. 2-3 semaines! Io di stucco. Non è possibile penso e decido di fare anche il secondo della scatola, come se potesse cambiare qualcosa da un minuto all’altro. Stesso esito. Ovviamente. “E ora che faccio?”
Torno a letto, ma chiaramente il sonno non è più tornato. Cerco di razionalizzare l’accaduto. “Sono incinta”. Mi tocco la pancia e sorrido.
È stato inaspettato. Sapevamo bene cosa stavamo facendo, ma le parole della mia ginecologa ci avevano talmente tanto penetrati che l’idea di diventare genitori era stata posticipata a 2-3 anni dopo, dicendoci che nel frattempo avremmo fatto un bel viaggio a New York, saremmo partiti un anno in un’altra nazione e Aris avrebbe potuto concludere il Dottorato. “Ora come gli dico che è tutto da rivedere?”.
Esco dalla camera e vado in quello che ai tempi era il nostro ufficio. Io che sono quella delle sorprese, non avevo nulla per potergli annunciare la notizia in un modo speciale. Rifletto a cosa potessi fare e mi viene in mente che mesi prima, per la gravidanza di una cara amica, avevo acquistato online una collana chiama Angeli e in omaggio era arrivato un biglietto da grattare. Su quel biglietto c’era scritto (tradotto) “Ti amo da pazzi” e grattando sulla O si leggeva la scritta “Diventerai papà”. Era perfetto!! Se solo mi ricordassi dove l’avevo messo…
Ho ribaltato l’ufficio come una pazza, alle 5 di mattina, ma finalmente lo trovai! Bene, avevo tutto, bisognava solo aspettare che lui si svegliasse… 2 ORE!! Torno a letto e penso a tante cose.. dopo un’ora mi alzo e comincio a prepararmi.
Poco dopo le 7h la colazione è pronta in tavola e aspetto che Aris mi raggiunga. Quando è a tavola, ancora assonnato, gli porgo il bigliettino e gli dico che l’ho acquistato ieri per lui.. “potremmo attaccarlo nella nostra parete con tutte le cartoline”, ma prima devi grattare lì. Con una monetina che si trovava per caso sul tavolo gratta…
“Tu vas être papa?!?!!??!!”. Non c’è un modo giusto per descrivere la sua espressione, era un misto di “yeeee”, “nooo, adesso piango!!”, “sto male!”, “che bella notizia!”. “Dai eimi, davvero? Sei seria?” Annuisco e gli butto davanti i due test mentre con l’altra mano riprendo tutto (ahahah). Ci baciamo, mi abbraccia e poi guardandomi mi dice “e ora?”. Io scoppio a piangere, forse butto fuori tutte le emozioni accumulate dal giorno prima o forse erano semplicemente gli ormoni, ma non mi sentivo felice. Avevo paura, tanta, non me lo aspettavo, e neanche Aris, e sentivo che qualcosa non andava..
Esco di casa prestissimo, piangendo, e vado in un ospedale vicino. Chiedo di farmi le beta, ma la signorina alla reception mi spiega che possono essere fatte solo con una ricetta medica. Salgo sul bus e vedo in lontananza una mia collega (e amica). Cerco di nascondermi e di calmarmi. Arrivati alla nostra fermata scendo e scoppio di nuovo.. lei mi guarda e mi chiede se va tutto bene, ma io non riesco a risponderle.
Non mi era mai capitato in tutta la vita di essere presa così da una crisi di pianto e la cosa assurda era che non sapevo neanche spiegarmi il perché. Emmanuelle mi chiede se è successo qualcosa con Aris? Io dico no, ma poi anche sì! Eh cerco che era successo qualcosa con Aris… “je suis enceinte!”. A quel punto mi guarda con un sorrisone, mi fa gli auguri e mi dice che è una cosa bella.
Lo sapevo anche io, ve lo giuro, ma ci sono emozioni che non puoi controllare e sensazioni che non si possono descrivere.. non so se sia stato il mio cervello, il mio cuore o il mio istinto, ma quello non era il momento per gioire, non lo dovevo fare e basta. (continua…)