Innamorarsi di una città e portarsi dentro questo amore per decenni, fino a realizzare il sogno di andarci a vivere, è quello che è successo a me.
Sono Micol, ho 38 anni e sono mamma di due bimbi, Fanny di tre anni e mezzo e Pietro di 6 mesi.

Nel lontano 1987 ho avuto l’occasione di fare un viaggio a Parigi insieme ai miei genitori, per accompagnare mio padre che doveva lavorare qui per un periodo.
Questa città mi ha rapito dal primo momento; non so spiegare l’atmosfera che ho percepito subito a quel tempo, ma è stata una sensazione che mi è entrata dentro e non mi ha lasciato mai piú.
Non avevo ancora sei anni e già mi ero innamorata per la prima volta nella mia vita.
Mi ci sono voluti anni per realizzare il mio sogno, esattamente 22.
A giugno del 2009, con in tasca un contratto di ricerca in neurobiologia, mi sono trasferita a Parigi per lavorare all’Université Pierre et Marie Curie, dove avevo già effettuato un periodo di studio nel 2004.

Nel mio piccolo monolocale di 25 m2 ho disfatto i bagagli che avevo tanto desiderato fare per anni.
Avevo finalmente realizzato il mio sogno.
Non so se vi è mai capitato, ma quando si desidera tanto una cosa e questa poi si avvera, c’è un momento di smarrimento.
I primi giorni in Francia non sono stati facili, avevo lasciato tutti i miei affetti in Italia, diventando una expat, termine che è diventato cosí di moda in questi ultimi anni.
Passare da una vita in famiglia ad una vita da single in una città straniera non è stato facile, tanto piú se ti ritrovi in un Paese che non è proprio rinomato per l’affabilità dei suoi abitanti.
Per cercare di riempire le mie serate e non pensare alla nostalgia della famiglia, mi sono iscritta ad un gruppo di italiani a Parigi online, ho conosciuto una ragazza piú o meno della mia età e ci siamo date appuntamento per uscire una sera.
Non sapevo che quell’incontro avrebbe cambiato per sempre la mia vita !
Quella sera, infatti, seduta al tavolo di un minuscolo bistrot parigino, ho scambiato le prime parole con un ragazzo di Napoli, che faceva parte del gruppo di italiani con cui ero uscita.
Quattro giorni dopo, il 24 giugno 2009, siamo usciti per la prima volta insieme e da lí non ci siamo piú lasciati, diventando marito e moglie poco píu di un anno dopo.
L’incontro con Marco è stato il motivo che mi ha fatto rimanere in Francia e che mi ha permesso di costruire la mia famiglia qui.
Nel 2016 è nata Fanny, la nostra bimba tanto desiderata, arrivata grazie ad un percorso di Procreazione Medicalmente Assistita che lo Stato francese ha finanziato al 100%, permettendoci di realizzare il nostro sogno di diventare genitori. Tra l’altro, la cura che ho seguito non era a quel tempo ancora disponibile in Italia !

Ad aprile di quest’anno è nato Pietro, che è stato un magnifico regalo della natura, inaspettato.
Devo molto a Parigi e alla Francia: un lavoro, un marito, dei figli.
Letta cosí la mia storia in riassunto potrebbe sembrare un sogno ad occhi aperti, ma vorrei chiarire anche gli aspetti meno evidenti.
Partire e lasciare l’Italia, per quanto fosse stato il mio sogno per anni, è stato tutt’altro che facile.
Ho sentito subito una grande nostalgia e per anni, ogni volta che tornavamo in Italia per le vacanze, era duro ripartire per la Francia e non mancavano mai le lacrime. Ci è voluto molto tempo per sentirsi veramente a casa qui.
Vivere a Parigi non è facile, i parigini non sono persone molto affabili e se non ti sforzi di imparare la loro lingua non ti vengono certo incontro.
Trovare casa qui è il primo scoglio da superare, il mercato immobiliare è molto caro e c’ è sempre una grandissima richiesta, per cui non è facile trovare una sistemazione decente e spesso ci si deve veramente accontentare di spazi piccolissimi. Ho avuto amici che vivevano in due in 15 m2 !
Anche la vita qui è cara in generale, per cui ci si puó godere Parigi se si ha a disposizione un buono stipendio.
Quello che sicuramente non manca sono gli impieghi, io ne ho cambiati tanti in dieci anni. Dopo aver lasciato la biologia per vari motivi, ho lavorato in pasticceria, in una cioccolateria, come insegnante a domicilio e in un negozio di prête à porter. Insomma, per chi a voglia di mettersi in gioco non ci sono grandi difficoltà, almeno nella regione parisienne.
Se siete metereopatici, come la sottoscritta, puó risultare anche un po’ difficile abituarsi a quello che io chiamo « il grigio parigino », perchè il sole non è molto presente e in autunno/inverno il cielo è sempre grigio appunto. La cosa positiva è che per fortuna, rispetto all’Italia, gli episodi di canicola estiva sono molto piú brevi ed i cambiamenti climatici previsti per il futuro non dovrebbero peggiorare tantissimo la situazione, al contrario delle previsioni per il nostro Paese.
Infine, Parigi è una cittá bellissima, che offre di tutto per chi ha voglia di divertirsi e godersi la vita, ma quando hai dei bimbi è nettamente meglio spostarsi fuori città, per avere una casa più grande e spazi verdi e tranquillità. Noi abbiamo fatto questa scelta poco prima della nascita di Fanny e siamo convinti che sia stata la cosa migliore, anche se ovviamente a me manca un po’ l’animazione di Parigi e la vita in banlieue (periferia) è un pò ’più noiosa.
Dopo dieci anni e mezzo qui in Francia stiamo muovendo i primi passi per cercare di tornare in Italia tra un anno. I tempi sono un po’ lunghi perchè mio marito lavora all’Università e quindi stiamo per affrontare la procedura per il cosiddetto «rientro dei cervelli». Devo tanto alla Francia e sono contenta di ciò che ho avuto da questo Paese, ma da mamma mi rendo conto che sento troppo la mancanza di nonni e zii per i miei figli e che personalmente non sono riuscita ad integrarmi in una realtà sociale che risulta difficile, perché appunto la gente non è molto aperta. Siamo consci di tutti i problemi che ci sono in Italia, ma abbiamo già fatto le varie considerazioni e siamo pronti ad assumere i lati meno positivi.
Voi che esperienze avete avuto? Siete contenti della vostra situazione attuale?