Terribili 2 + trasferimento: parola alla psicologa

Oggi Ian compie 22 mesi! Dalla sua nascita siamo stati presi da un vortice di emozioni continuo. Avere un bambino non è solamente essere responsabili di qualcuno, ma è anche scegliere di amare un altro essere umano con tutta te stessa, accettando che una parte del tuo cuore sia sempre dov’è lui.

Il tempo è trascorso veloce, velocissimo, ma se penso a tutto ciò che abbiamo fatto dal momento in cui ho saputo di essere incinta, si raggiungerebbero tranquillmente i 5 anni.

Ora la nostra vita è a un punto di svolta, l’inizio di una nuova avventura, ma ciò non toglie che il nostro piccolo debba attraversare le normali fasi dello sviluppo.

A nostro avviso i terribili due sono ufficialmente cominciati circa due settimane fa, anche se devo dire che dopo qualche giornata di « apice » siamo tornati a una situazione molto più gestibile nonostante gli alti e bassi tipici di questa fase. Ciò che funziona bene nel nostro caso è :

  • Respirare profondamente e parlare con un tono molto calmo e pacato
  • Dirgli che capiamo la sua frustrazione e proporgli due alternative; generalmente ne sceglie una e continua a fare ciò che stava facendo con un gran sorrisone
  • Gli ribadiamo che non è necessario innervosirsi e basta dire le cose con calma
  • Ci chiede scusa e ci da un bacio (la parte che preferisco ahahah)

Sicuramente ogni genitore avrà la sua tecnica oppure cerca qualche spunto da mettere in pratica. Per questa ragione ho deciso di chiedere un contributo a una giovane psicologa, la Dottoressa Sabina Moro (Instagram Dottoressa Sabina Moro). In maniera diretta e concisa ci spiega cosa attraversano i nostri piccoli durante questa fase e quali sarebbero gli atteggiamenti più giusti da adottare.

Inoltre, considerando l’imminente trasloco che ci aspetta, ha ritenuto opportuno indicarci gli aspetti fondamentali da non sottovalutare per far vivere il cambiamento al bambino nella maniera più serena possibile.

I “terribili due” corrispondono al periodo tra i 18 mesi e i 36 mesi circa nel quale il bambino diventa capriccioso, piange, urla e si oppone continuamente alle richieste che gli vengono fatte dall’adulto. Questo passaggio corrisponde alla prima fase di distacco nei confronti della figura di attaccamento, che fino ad allora si è occupata del bambino, e simboleggia un riconoscimento della propria individualità e una ricerca di autonomia. Questa fase è spesso accompagnata da continui “NO” che vengono utilizzati dal bambino per far capire all’adulto come lui stia diventando indipendente da loro.

Come possiamo affrontare questo periodo:

– Autonomia: assecondiamo, nei limiti del possibile, le richieste di indipendenza del bambino ma dimostriamogli di essere presenti nel momento in cui dovesse aver bisogno del nostro aiuto;

– Regole: indispensabile dare al bambino alcune regole ma che siano poche e ben comprensibili. Siate inoltre voi i primi a rispettarle dando così un buon esempio a vostro figlio (altrimenti sarà anch’esso portato a trasgredirle!). Spiegate inoltre al bambino le motivazioni delle vostre regole affinché possa elaborarle e interiorizzarle;

– Alternative: dare sempre al bambino almeno due alternative (es. vuoi fare il bagno o preferisci prima cenare?);

-Pazienza: rispondete in modo calmo e armatevi di tanta pazienza. Quando il capriccio e l’opposizione persistono cercate di ascoltare il punto di vista del bambino, validate la sua arrabbiatura e spiegategli le motivazioni e conseguenze per cui non si può fare diversamente da ciò che avete chiesto.

Nel nostro caso, inoltre, alla fase dei terribili due si aggiunge la scelta dei genitori di effettuare un trasferimento all’estero. Non dobbiamo lasciarci abbattere dal fatto che il bambino potrà ribellarsi a questa decisione ma dobbiamo piuttosto lavorare affinché non ci siano altre conseguenze negative. Come fare quindi?

Coinvolgete: cercate di inserire il bambino in alcune decisioni affinché il cambio di vita non sia stato imposto ma condiviso e scelto anche dal bambino;

-Positività: cercate di esporre al bambino tutti gli aspetti positivi che incontrerà con l’inizio di questa avventura (nuovi amici, nuova lingua, ecc..);

-Tempo: date tempo al bambino di elaborare l’inizio del nuovo percorso, accettate le sue paure, le sue preoccupazioni e la sua tristezza e rendetelo partecipe anche delle vostre (es. “Sai anche la mamma è un po’ triste e ti capisce ma…);

-Contatti: permettetegli di mantenere un contatto con le persone famigliari che frequentava nel paese di origine, attraverso videochiamate o messaggi. Fategli capire che se anche sono distanti, loro saranno comunque presenti.

Un grande grazie alla Dottoressa Moro !

Non esitate a condividere le vostre preoccupazioni, osservazioni o la vostra esperienza commentando l’articolo o il post 🙂

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