Siamo appena tornati dal Ticino. Questa volta non siamo arrivati il venerdì sera e ripartiti la domenica mattina, bensì ci siamo goduti cinque belle giornate in presenza della famiglia e gli amici. Abbiamo fatto tantissime attività e incontrato molte persone che non vedevamo da un po’ di tempo (se mi seguite su Instagram magari avrete visto qualcosina..), anche se ora siamo più stanchi di prima e tornare ai ritmi abituali non è mai semplice.. eh eh
Devo ammettere che abitare lontani ha tanti vantaggi, non lo nego, ma da quando abbiamo avuto Ian ci poniamo molte più domande rispetto a prima. Quando era ancora un bebè credo non gli cambiasse molto essere a Losanna o a Bellinzona/Giubiasco, ma adesso che ha 20 mesi (chi l’avrebbe detto che anche io avrei definito l’età di mio figlio in mesi..) notiamo in lui un attaccamento verso i nonni che si fa via a via più forte.
Ian sa farci capire chiaramente, a parole e non, quali sono i suoi sentimenti e le sue intenzioni; già solo i grandi sorrisoni che fa quando vede i nonni la dicono lunga. Lui stesso ha cominciato a chiamare le nonne e il nonno, domandandoci esplicitamente di andare da loro e tornando a casa ci ha fatto male al cuore dovergli dire che adesso, per un po’, non ci saranno più.
È il primo nipote da entrambe le famiglie e vedere la maniera in cui se ne prendono cura è davvero toccante. Non parlo dei giochi, perché di quelli ne ha fin troppi, ma proprio della maniera che hanno di accarezzarlo, baciarlo, abbracciarlo, parlargli.. Mio papà si è emozionato perché Ian, sentendo il suono delle sirene di un’ambulanza (ora è una fase in cui è fissato), è corso verso di lui, gli ha toccato la gamba e con l’indice e un cenno della testa gli ha detto “ascolta”, rimanendo così per almeno 30 secondi. Può sembrare una scena del tutto normale, ma lui si è sentito davvero fiero di essere “stato scelto” da Ian per condividere quel momento e ciò mi ha fatto una tenerezza incredibile.
In questi momenti ci chiediamo se non sia giusto stare tutti più vicini, perché sicuramente il rapporto con loro lo arricchirebbe tanto, ma nel contempo noi abbiamo la nostra vita qui e ancora tantissimi progetti da realizzare… Come sapete tra poco partiremo a Brighton (articolo qui) e vi lascio solo immaginare come l’hanno presa, eh eh, anche se felici per noi.
Cerchiamo di fare del nostro meglio, anche grazie a tutte le tecnologie di cui disponiamo al giorno d’oggi, ma chiaramente un contatto fisico, un gesto, un odore.. non si può di cerco sostituire con uno schermo sterile. È dunque una questione importante sulla quale sicuramente rifletteremo al rientro da Brighton e qualsiasi cosa decideremo di fare, il benessere di nostro figlio sarà sempre al primo posto.
Voi che tipo di rapporto avete con i nonni? Sono presenti? Troppo?
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Ciao!
Questo articolo mi ha toccato il cuore.
Avere i nonni vicino è una fortuna. Spesso provano per i nipoti un amore anche più forte di quello che hanno provato per i figli. È sempre un piacere leggere il tuo blog 🙂