Di @micaela.cuoreacuore
Ed eccomi qua, di fronte a questa pagina bianca di word che pian pianino si riempie di parole che non sono altro che i miei pensieri che prendono forma.
Mi sono anche premurata di scegliere un carattere che mi piacesse, che trovassi armonico e armonioso (Bradley Hand ITC) anche se so bene che poi il carattere sarà quello imposto dal blog che mi ospita e quindi probabilmente cambierà. Ma non importa. Adesso scrivo cosi e tutto sembra subito più semplice.
Cosa ci faccio qui? Beh, inizio una nuova avventura, ossia quella di scrivere brevi articoli dedicati al mondo del #babywearing e del #maternageadaltocontatto nel suo più ampio significato. E inizio collaborando con @Vitainblublog perché… è capitato, a volte le cose più belle accadono proprio cosi: per caso. Un pollice su, un cuore rosso, una risposta ad un sondaggio…insomma, come che sia io inizio da qui e vediamo dove mi condurrà la strada che ho deciso di percorrere. Spero tu voglia accompagnarmi in questo viaggio, dedicandomi qualche minuto del tuo tempo.
Inizio col presentarmi: sono Micaela, mamma canguro da ormai 13 mesi ed è stato grazie a lui, a Federico, che ho scoperto il #portareinfascia e ho iniziato a utilizzarlo come metodo di accudimento e di trasporto. Pian pianino è entrato a far parte della mia quotidianità, per svolgere si le normali attività quotidiane, ma soprattutto proprio come uno speciale momento di coccola e di dialogo col mio bambino.
Secondo me il #portareipiccoli è principalmente questo: una relazione fatta di contatto che coinvolge tutti e 5 i sensi, una relazione che si trasforma nel tempo e che accompagna ad un distacco fisiologico e graduale partendo però da una chiara e reale presenza fisica, oltre che
emotiva, nel qui e ora di un nuovo e piccolo essere che fa capolino in questa vita, una relazione che pone le basi per una vera e sana indipendenza futura.
Credo che già solo in quanto appena espresso ci siano condensati tanti concetti e tanti spunti di riflessione che intendo affrontare poco alla volta, di articolo in articolo…tanto continuerai a
seguirmi, vero? Per ora inizio con l’approfondire un po’ il concetto di babywearing inteso come relazione, una relazione #adaltocontatto e fatta di con-tatto visivo e sensoriale: sono coinvolti non solo la vista e il tatto, ma anche l’olfatto, perché il cucciolo d’uomo appoggiato sul corpo della madre ne riconosce l’odore, l’udito perché grazie ai supporti possiamo includere il bimbo nel nostro mondo quotidiano che è poi quello che comunque lui già sentiva da dentro la pancia e poi c’è il gusto che viene coinvolto nella misura in cui si decide di allattare in fascia (che può risultare comodo e molto discreto).
Quella che si costruisce attraverso il #babywearing è una relazione basata fortemente sul dialogo e la condivisione.
Sul dialogo perché la prossimità del bimbo ci permette di raccontargli e spiegargli quel che
vediamo e che facciamo…assieme a lui; sulla condivisione perché appunto posso svolgere le mie normali attività portando con me il mio bambino. Quindi altro che mondo bimbocentrico, è proprio il contrario.
Durante i miei #incontriinformativigratuiti tengo sempre a precisare che questa modalità non è la sola che ti permette di instaurare un rapporto stretto e complice con tuo figlio, ma sicuramente è la sola che ti da modo di farlo cosi a contatto. A chi non piace spupazzarsi questi cucciolotti teneri e dolci?? Solo che al più delle volte, quando lo facciamo, dopo un po’ dobbiamo rimetterli giù perché o ci fanno male le braccia/la schiena o perché dobbiamo necessariamente fare altre cose e il bimbo in braccio diventa ingombrante, quasi
d’intralcio.
Ecco che allora arrivano in nostro aiuto questi magici pezzi di stoffa che avvolgendo i
nostri cuccioli e noi in un dolce abbraccio, creano magiche sensazioni e rendono possibile un
ritorno alla quotidianità assieme ai nostri figli, includendoli, coinvolgendoli e accudendoli nella loro più delicata fase di crescita e sviluppo fisico, psicologico ed emotivo.



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Sono 3 mesi che uso la fascia con la mia piccola e la adoro!!! Aspetto il tuo prossimo articolo, sono curiosa 😁
Ciao Giada, grazie esserti fermata a leggere il mio articolo e per condividere il tuo pensiero 🙂 Sono felice che vi troviate bene, credo che una genitorialità ad alto contatto sia un bisogno imprescindibile da soddisfare e in questo la fascia può aiutare.
Usate quella elastica o siete già passati alla rigida – o magari avete già iniziato con quella?
A presto e se ti va passa a mettere anche il tuo pollice alla mia pagina Facebook e Instagram, mi trovi con @micaela.cuoreacuore 😀
A prestissimo, un abbraccio speciale!
Ma le fasce si possono usare dalla nascita?
Ciao Aury 🙂 certo che si, anzi pensa che addirittura c’è ci definisce la fascia e la pratica del babywearing come “utero in transizione” perché permettiamo al neonato di ritrovare al di fuori della pancia della mamma, un ambiente che gli possa ricordare (per quanto possibile) proprio quello nel quale è stato caldo e protetto per 9 mesi.
E si parla infatti di “esogestazione”.
Tutto naturale, tutto molto istintivo.
Il piccolo è avvolto, al caldo, nel posto a lui più familiare ossia vicino al cuore della sua mamma – ne sentiva il battito prima e lo sente ancora adesso, ne viveva i movimenti prima e può continuare a viverli adesso…gli facilitiamo, in questo modo, l’adattamento al mondo esterno, con meno traumi possibili.
Quando nascono, piangono…perché? perché vengono tolti, senza comprenderne il motivo, dall’ambiente che conoscono e che li stava cullando cosi beatamente 😉
Si si, senza paure strane possiamo indossare i nostri bambini da subito.
Ah, pensa che esiste anche la Kangaroo Mother Care…letteralmente, la cura della mamma-canguro…il famoso pelle-a-pelle, usato sempre più negli ospedali soprattutto coi nati pre-termine.
Parlerò presto anche di questa pratica in uno dei miei prossimi articoli, intanto grazie per avermi letto 😀
A presto e se ti va passa a mettere anche il tuo pollice alla mia pagina Facebook e Instagram, mi trovi con @micaela.cuoreacuore 🙂
Un abbraccio fascioso a te!