Il ciuccio

Il ciuccio rappresenta per alcuni il demonio dal quale stare il più alla larga possibile, mentre per altri un oggetto che non può mai mancare.

Bisogna sapere che per i piccoli nati a termine, il ciuccio non dovrebbe essere utilizzato nel primo mese di vita, poiché potrebbe compromettere l’allattamento (per chi avesse deciso di allattare). Mentre in seguito, soprattutto tra il 1 e il 6 mese, viene addirittura consigliato come prevenzione contro il rischio di SIDS.

Per i bimbi nati pretermine, invece, il ciuccio serve a favorire l’alimentazione autonoma ed è un ottimo “analgesico” nella terapia intensiva.

Questo oggettino tanto temuto ha la funzione di rassicurare e tranquillizzare il bambino ed è molto utile, ad esempio, quando il neonato soffre di colichette o ha difficoltà ad addormentarsi. Molti bambini allattati al seno utilizzano la mamma come strumento per abbandonarsi al mondo dei sogni, mentre altri hanno il loro fedele succhiotto.

La maggior parte dei pedagoghi e degli esperti concordano nel dire che il ciuccio non vizia il bambino, ma è necessario usarlo con buonsenso e cominciare pian piano a diminuirne l’uso dopo l’anno di età. Inoltre, come tutti sappiamo l’utilizzo prolungato può provocare problemi alle arcate dentarie, ma in generale se viene tolto intorno ai 3 anni non è dannoso per la bocca del bambino.

I pediatri, però, concordano nel dire che dall’anno di vita in poi cominciano a presentarsi degli svantaggi; il meccanismo preciso non è ancora stato chiarito, ma la suzione prolungata potrebbe favorire il reflusso di secrezioni nasofaringee all’interno della tuba di Eustachio e creare più frequentemente delle otiti.

Verso i 3 anni il bambino diventa più sicuro di se stesso e comincia a padroneggiare le sue abilità; è giunto allora il momento di preparare l’addio all’amato succhiotto, prezioso di notte e nelle situazioni difficili. Il tutto deve essere graduale; prima solo la notte e poi sempre.

Pianificare l’addio: scegliere un periodo in cui il bambino è calmo e spensierato. È del tutto sconsigliato far coincidere questo distacco con altri elementi “perturbanti” per la famiglia (trasloco, nascita di un fratellino, inizio nido,…)

Raccontargli la storiella del ciuccio: prendendo spunto dalla fatina dei denti, si potrebbe inventare una favola che faccia sognare il bambino e allo stesso tempo lo tranquillizzi. Come ogni fatina che si rispetti, in cambio gli porterà qualcosa di altrettanto bello, che potrà tenere per tutta la vita (chiedete a vostro figlio cosa gli piacerebbe ricevere). Dalla storia possono poi passare 3 giorni, in cui gli ripeterete in continuazione che sta arrivando il momento. Non deve essere un cambiamento repentino.

Niente paragoni con altri bambini: ogni bambino è a sé e hanno il diritto di seguire il proprio ritmo di sviluppo.

Un addio importante: preparate insieme al bambino tutti i ciucci appoggiati sul davanzale della finestra (o in balcone o davanti la porta d’entrata) con un bel fiocco colorato. Salutateli con tono calmo, gioioso e rassicurante.

C’è da tenere in conto che le prime notti senza ciuccio saranno difficili; il vostro piccolo farà fatica ad addormentarsi, probabilmente vorrà venire nel vostro lettone, si sveglierà durante la notte e farà i capricci… ma a un certo punto crollerà e dopo la 3 o 4 notte di fila comincerà a rendersi conto che può farcela anche da solo trovando altre strategie.

È importante dargli fiducia e complimentarsi con lui per ogni piccolo passo effettuato verso l’indipendenza dal suo fedele compagno.

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Questo articolo ha un commento

  1. Mariacarmen

    Beh … argomento ciuccio… sempre attuale e delicato… si sa che ognuno ha da dire sempre la sua e sono in tanti a dirmi di non usare assolutamente il ciuccio con la mia piccola di 17 mesi… abbiamo ormai limitato il suo utilizzo al momento nanna e anche se mi dicono che anche in qst occasione dovrei evitarlo beh è un vezzo che per il momento le lascio… 🥰

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