Eccoci qui, a Brighton, da 4 giorni. Siamo partiti da casa nostra con due valigione, due trolleys, passeggino, borsa passeggino e ovviamente Ian. Fare una selezione delle cose da portare non è stato semplice e già dopo pochi giorni mi rendo conto di non aver sempre fatto le scelte giuste… Ma proseguiamo un passo alla volta…
La partenza da casa: caotica! Il nostro volo era alle 15h45 e fosse per Aris partiremmo sempre con 10 ore di anticipo da casa, mentre fosse per me all’ultimo minuto; per fortuna questa volta l’ho ascoltato! Ci siamo subito resi conto che tirare 4 valigie e spingere un passeggino in due non fosse tecnicamente possibile. Perdiamo diversi minuti fuori dalla porta di casa, ma poi ci avviamo finalmente verso la fermata del bus che ci avrebbe condotti in stazione. Siamo ai semafori: vediamo arrivare il bus in lontananza, ma è rosso! Cosa avreste fatto? Io ho attraversato con i due trolleys, lasciando Ian dall’altra parte, son tornata a prenderlo e nel frattempo ha attraversato anche Aris. Salgo sul bus e premo il pulsante per non far chiudere le porte e lasciare il tempo ad Aris di salire con il passeggino e le due valigione dalla porta anteriore (accesso per i passeggini). Premo premo premo… finché l’autista prende l’altoparlante e dice: “la signora in fondo al bus può smettere di premere sul bottone, perché non ho intenzione di lasciare il signore e il bambino sul marciapiede! È severamente vietata questa pratica, poiché l’apertura delle porte è regolata elettronicamente e bla bla bla bla…”. Tutta la gente all’interno del bus mi fissa e non trovo un mezzo sorriso di complicità. Anche Aris mi guarda da lontano con una faccia del tipo “sei sempre la solita!”. Ma cosa dovevo fare??? In quel preciso istante si blocca la chiusura della porta, eh già non eravamo ancora partiti, l’autista si mette il gilet arancione e dice a tutti che la signorina ha bloccato la porta e bisogna chiamare l’assistenza. Immaginate la mia faccia? Dopodiché torna al suo posto, fa un ultimo tentativo e magicamente la porta si chiude e così ripartiamo (c’erano persone che erano già scese e mi hanno fucilata da fuori vedendo il bus ripartire così!).
Bene. Siamo in stazione e per soli 4 minuti riusciamo a prendere il nostro treno. Arriviamo in aeroporto e ormai abbiamo trovato la tecnica per le 4 valigie, anche se lì ci sono i carrelli e non serve più tutta quella fatica ah ah! Andiamo a fare il check-in e come temevamo le valigie sono troppo pesanti, superando di 7kg il peso consentito (38kg per due valigie e noi ne avevamo 19kg+26kg)!! O paghiamo 18chf a kg o acquistiamo una valigia in più alla modica cifra di 68chf! Ovviamente ci conviene la seconda opzione, ma ti girano le balotas… io ero convinta fossero 23kg per ogni valigia!! La hostess, credo per pena, ci propone di mettere nella stiva anche i due trolleys e così almeno ci liberiamo di tutto e possiamo spostarci comodamente.
Andiamo a pranzo, lasciamo giocare un momento Ian nell’area bimbi e saliamo sull’aereo. In tutti i viaggi fatti finora, e ne abbiamo fatti tanti, Ian ha sempre dormito. Questa volta ci troviamo davanti un altro bambino, più grande, e per TUTTO IL VOLO non fanno altro che giocare, ridere, chiudere e aprire il finestrino; sono stati bravi e carini eh, però diciamo che non è stato un momento calmo come ci aspettavamo.
Arriviamo a Londra! Super euforici! Ci siamo, comincia l’avventura tanto sognata e attesa! Andiamo a recuperare le valigie… nuove!! Esce quella rossa, la più grande, con due piedini e la maniglia spaccati!!! Mi girano… Il resto per fortuna è tutto ok. Faccio un check veloce per vedere se abbiamo tutto, ma non trovo la giacca di Ian. In un secondo mi ricordo di averla messa tra il mio sedile e il finestrino per far appoggiare la testa a Ian durante il pisolino (che non ha neanche fatto!) e chiaramente l’abbiamo dimenticata sull’aereo! Con il mio super inglese vado al bancone dell’easyjet a spiegare la situazione e mi dicono di fare una domanda per e-mail……. lasciamo perdere!
Usciamo da lì e ci dirigiamo verso il tram che ti porta alla stazione dei treni. Una marea di gente e noi, ovviamente, abbiamo nuovamente le mille valigie. Le porte del tram si aprono, la gente entra ma rimane davanti alla porta… “sorry, sorry, sorry”… Aris entra da quella più avanti… bip bip bip! Le porte si chiudono e io resto lì con due valigie e Ian che mi dice: “papà?”. Ok, restiamo calmi, la prendo sul ridere… faccio dei vocali alle mie amiche per stemperare lo stress. Prendo il prossimo a fatica, nessuno mi da una mano, grazie a tutti eh!! Ritroviamo papà e dopo poco riusciamo a salire sul treno.
Arriviamo a Brighton e a primo impatto la adoro! Si sentono i gabbiani, c’è tanta gente diversa, molto colorata, non rappresenta per niente lo stereotipo della città inglese. Arriviamo nel nostro Airbnb e siamo distrutti. Sistemiamo svelto le cose, diamo il latte a Ian e andiamo a mangiare qualcosa. Prima cena nella nostra nuova città, ci rendiamo conto di esserci veramente, pensiamo alla nostra casina con un po’ di nostalgia ma siamo carichi per questo nuovo inizio.
Il secondo giorno si apre con la visita di un appartamento, il che ci permette anche di passeggiare in alcune vie del centro e cominciare ad assaporare i nuovi posti e i nuovi profumi. La giornata è dedicata alle case e appartamenti; abbiamo prenotato l’Airbnb per due settimane e ci piacerebbe davvero riuscire a trovare una sistemazione al più presto. Chi ha seguito le stories su Instagram è al corrente di ciò che abbiamo visto finora e del fatto che non ci sia ancora un solo posto che risponda alle nostre esigenze; comincio a pensare che dovremo fare delle concessioni su qualcosa… posizione o grandezza?
Il terzo giorno decidiamo di dedicarlo un po’ di più a Ian, che ci segue sempre ovunque e, nonostante i terribles two, è sempre collaborativo e di buon umore (finora!!). La mattina visitiamo un altro appartamento e poi lo portiamo in un grande parco proprio sulla spiaggia. Il tempo è ottimo e lui si diverte tanto. Proseguiamo in seguito con un pranzo tipico, Fish&Chips, e un gelato sul lungo mare. Dopo il pisolino pomeridiano andiamo alla scoperta di nuovi posti e qui ovviamente ci siamo fatti riconoscere… Ian si ferma a “parlare” con una bimba che sembra poco più grande di lui e molto timida. Si avvicina e con uno slancio l’abbraccia! Ian e la bambina perdono l’equilibrio, cadono e rotolano abbracciati per circa 2 metri (eravamo in discesa). Noi osserviamo la scena e avendo visto che nessuno dei due aveva picchiato forte da nessuna parte ci mettiamo a ridere; Ian ride e comincia a fare il suo dell’ambulanza (gli abbiamo detto che viene quando qualcuno si ferisce e ora fa sempre così ah ah), mentre la bimba si mette a urlare e la mamma corre, la prende ed entra in un bar chiedendo del ghiaccio. Cercavo di dirle che ho visto ed era tutto ok, ma non so bene cosa mi sia uscito… vabbè, andiamo. Sulla strada del ritorno comincia un vento pazzesco, ma non freddo, ci sbrighiamo per rientrare velocemente. Ceniamo con calma, Bing e a nanna.
Il mattino successivo ci alziamo presto per visitare un altro appartamento, ma troviamo un messaggio che in sostanza diceva “a causa di un imprevisto dobbiamo rimandare la visita di stamattina”. Sapendo che ci abitano degli studenti, era venerdì sera e ci hanno scritto alle 3 di mattina… forse possiamo immaginare quale sia stato l’imprevisto!! Vabbè, ne approfittiamo per acquistare alcune cose che ci mancano e imparare un pochino a orientarci (perdendoci ovviamente). Il vento è ancora fortissimo e così decido di mettere una giacchetta più pesante a Ian, ma indovinate? Non la troviamo!!! Facendo 1+1 ipotizziamo che ci sia probabilmente caduta ieri durante il rientro a casa molto ventoso… e siamo a due giacche!!
Ora proseguiamo con la ricerca dell’appartamento “meno peggio” e con la nostra nuova vita da cittadini di Brighton 🙂 Non siamo una famiglia perfettina, anzi, e anche se sul momento ci girano parecchio credo che tutto ciò che viviamo in maniera così tragi-comica tra qualche mese saranno aneddoti divertenti che ricorderemo con un sorriso 🙂 E sono sicura non finiranno qui….